Bologna, Il Mulino, 2005, pp.136, con Umberto Gatti
Come si è riusciti a scoraggiare gli autori dei graffiti sui vagoni della metropolitana di New York? E perché sono diminuiti furti e aggressioni in uno dei quartieri più malfamati di Londra? Prevenire gli atti di vandalismo e addirittura abbassare il numero dei reati è possibile? Gli autori del volume ci descrivono le diverse forme di prevenzione sperimentate nei paesi occidentali, con i loro successi e insuccessi, mostrando come tutte le strade finora percorse si fondino su precise scelte: dalla prevenzione precoce, che interviene sui bambini, sugli adolescenti e sulle loro famiglie, a quella sociale che mira a correggere le caratteristiche negative dell’ambiente, a quella “situazionale” in cui si punta soprattutto ad accrescere i rischi e a ridurre i benefici per gli autori dei delitti. Essi si soffermano inoltre sul sistema penale italiano e sui compiti della polizia, sottolineando come la certezza della pena – più che la sua durezza – e il coordinamento e l’efficienza delle forze dell’ordine, più che il numero dei poliziotti, svolgano un fondamentale ruolo preventivo, oltre che repressivo.