Bologna, Regione Lavoro, 1998, pp. 237, con Maurizio Pisati e Marco Santoro
Studiosi di discipline diverse si sono trovati a lungo d’accordo ne ritenere che l’Emilia Romagna abbia dei tratti peculiari di segno positivo, che contribuiscono a connotare stabilmente l’identità della regione, e hanno parlato dell’esistenza di un “modello emiliano”, fatto di decentramento produttivo, integrazione territoriale e sociale, forte presenza delle istituzioni locali, famiglie solide e ramificate, un forte senso civico. Questo volume si propone di riesaminare criticamente questa concezione, di verificare se e quanto tale modello sia cambiato nel corso degli anni Novanta del Novecento. Basandosi su informazioni e dati tratte da varie fonti, esso analizza vari aspetti della società emiliana: il rendimento istituzionale, la densità associativa, la partecipazione politica, i consumi del tempo libero, la stratificazione sociale, la divisione del lavoro domestico e le diseguaglianze di genere.